Sono passati mesi dall’ ultimo post ma dal 20 agosto abbiamo perso l’ antenna che ci garantiva la connessione: chi dice l’uragano, chi dice qualche cosa combinata dal server, chi dice una sbalzo di corrente sta di fatto che eravamo off line e così abbiamo vissuto come si viveva prima, quando aspettavi la lettera della mamma che ti arrivava con qualche volontario che veniva a trovarti e la notte prima che ripartisse scrivevi la risposta.Quelle lettere avevano un sapore che una mail scritta in sette secondi e consegnata in due non potrà mai avere. La tecnologia è una gran bella cosa, ha abbattuto distanze e tempi ma ha fatto perdere la bellezza dell’umano, dell’attesa, della riflessione ed ha portato via il gusto dell’incontro. Ho pensato all’ incontro di Gesù con Pietro, Giovanni, Matteo…. pensate se gli avesse scritto una mail! Pensate a quanti capolavori la storia dell’ arte ci consegna in cui si vedono volti, si giocano sguardi: fiumi di parole non dette che corrono da un volto all’ altro…. spazzate via da un messaggio whatsapp!!!
Così, pur restando indietro con il lavoro, mi sono goduta il silenzio ed ho coltivato l’attesa di poter risentire i miei amici, quelli con cui stiamo costruendo questa storia.
Comunque siamo tornati on line e rieccomi a raccontarvi casa accade alla kay Pè Giuss.
Innanzitutto a settembre è iniziata la scuola e sempre più bimbi lasciano ogni mattina la nostra casa per raggiungere le varie scuole della città. Quest’ anno abbiamo un bel gruppone di bimbi che ha iniziato la materna, un bel gruppo che continua o inizia dalle suore salesiane ed un piccolo gruppo che ha iniziato a frequentare la scuola delle suore dell’ Immacolata Concezione.
Ogni mattina il nostro tap tap esce presto, alle 6.30 il primo gruppo è già in sella per partire perché alle 7 arriveranno anche i bambini del quartiere a cui con le borse di studio stiamo pagando le scuole salesiane anche se con queste suore salesiane…. è veramente uno strazio!!! Ogni giorno c’ è una scusa per chiedere soldi oltre alle rette pagate che non sono piccole. Una volta è la festa di don Bosco, un’ altra il compleanno della madre superiora, un’ altra ancora è morto il nonno della vicina di casa della maestra e così via via ogni giorno una richiesta di soldi. Il massimo è quella di oggi…. ogni martedì ogni bambino deve portare 1 dollaro per i missionari!!!! Noi abbiamo 89 bambini in questa scuola… fatevi i conti!!! Così ho scritto alla superiora dicendo che non ce la facciamo a pagare tutti questi extra perché sono anch’ io missionaria ma a differenza di loro le mie opere a Waf Jeremie sono gratuite.
Tutto questo però mi ha fatto riflettere su come lungo il cammino si perdano i carismi di origine e su come sia una provocazione ogni giorno restare fedeli a ciò che si è incontrato. Pensavo sempre a loro, ai primi dodici, che è vero l’ avevano visto, ci avevano vissuto insieme ma poi era morto e questa cosa della Resurrezione che non capivano bene. Quanto avranno dovuto ogni giorno combattere per restare fedeli a quello che gli era capitato, chissà quante volte avranno tradito, eppure la loro fedeltà ha permesso che questa storia arrivasse fino a noi: questa è la grandezza dell’opera di Dio usare della nostra umanità per costruire la Sua storia di Salvezza.
E questa storia qui alla Kay Pè Giuss la leggi sui volti di chi ci vive e di chi ci arriva ogni mattino per lavorarci: volti contenti, certi di appartenere ad un luogo ed a dei volti, volti segnati dalla fatica e dalla sofferenza, spesso dalla solitudine, volti che il buon Dio ci ha consegnato dentro questa grande storia.
Tanta bellezza ma a tratti anche tanta fatica, come la notte in cui la nostra scuola è stata assaltata da una quindicina di armati che hanno portato via tutto il cibo appena arrivato. Fatica perché ti verrebbe voglia di metterli sotto con la macchina quando la mattina li incontri sorridenti sulla strada che ti sbarrano il passaggio con le moto e ridono perché sanno di averti “fregato”, ma non lo fai perché lo sguardo del Signore sarà di Misericordia per tutti.
E poi il sistema fotovoltaico che si è danneggiato e non ci dà più luce: ora dobbiamo andare di generatore con costi che sforano il nostro budget e coì alle sette di sera… by by tutti al buio.
Insomma non posso raccontarvi tutta la vita di questi mesi, ma testimoniarvi la sua pienezza si: ogni giorno vissuto con la certezza del dono e con il desiderio del per sempre dentro il gusto dell’incontro quotidiano con Una presenza che rende amabile il reale, anche se puzza come a Waf Jeremie.