Anche la nostra amica Mitha ci ha lasciato. Come già era accaduto per Abigaëlle prima e Ketheurline dopo, sono venuti a prenderla e siccome Mitha non ha i genitori è venuta la signora che ce l’ aveva portata e che quindi, per legge, ha diritto a riprendersi la bambina quando vuole. Qui infatti la legge non tutela veramente i minori, ma d’altronde anche in Italia si pensa a tutto fuorché al bene dei bambini, al bene vero, non a quello che noi abbiamo in testa essere il bene per loro.

Quando sono andata a chiamarla mentre con gli altri bambini stava giocando nel cortile della scuola, ha pensato ad uno scherzo e si è messa a ridere, poi quando ha capito che la cosa era vera, le sono venute le lacrime agli occhi e mi ha chiesto di non andare. Straziante. Mi guardava chiedendomi con gli occhi di fare qualcosa, forse ero la sua unica ancora in quel momento. Ma la legge non me lo permette ed ho dovuto lasciarla andare. Intorno a lei gli altri bimbi seguivano la scena in silenzio qualcuno forse sperando che un giorni tocchi a lui, qualcuno invece spaventato che potrebbe toccare a lui, ognuno è stato davanti a questa cosa con la sua umanità carica di attese e di ferite. Ha voluto mettersi un bel vestito e le palline ed il fiocco tra i capelli. Abbiamo fatto il giro della casa per salutare tutti e più di un educatore aveva gli occhi lucidi. Il gruppo dei quattro educatori responsabili della sua casetta erano riuniti per un corso di formazione ed hanno voluto fare una foto solo loro insieme. La Mitha è la Mitha. E la sua assenza in casa si sente: sempre disperata in giro a cercare le stampelle che dimenticava in qualche angolo, pronta a saltarti al collo per ricevere un po’ di coccole, ma pronta ad abbassare gli occhi quando la sgridavi per qualche guaio che aveva combinato.È andata in silenzio. Non ha fatto tragedie. Non ha gridato la sua rabbia. Non ha accusato nessuno. Ha detto si.

Quest’anno aveva da poco terminato la classe preparatoria alla prima elementare ed era stata promossa contenta di poter iniziare anche lei la scuola. e sognava di partire per l’ Italia per mettere una protesi seria ed inserirsi con gli altri bambini a scuola.

Ora Mitha è consegnata, il bene per lei è già preparato anche se magari non coinciderà con la forma che avevamo in mente noi, ma è sicuramente già deciso e quindi l’unica possibilità veramente umana è quella di consegnarla a Chi questo Bene l’ha pensato da sempre e lo costruisce per l’eternità: un Padre che sceglie il modo di amare ognuno di noi lasciandoci liberi di dirgli di si o di continuare a lottare per la forma di bene che vogliamo decidere noi.

Riconoscersi figli è l’unica possibilità veramente umana per vivere la vita e Mitha me lo insegna.