Partiti! In Haiti non inizia niente di lunedì perché si crede porti male ed alla kay Pè Giuss invece ecco partire la Kay Ti Nich proprio di lunedi!!! Tutti impegnati a trasferire letti e bambini come una lunga colonna che si sposta nell’ effervescenza generale, quell’effervescenza che ogni novità porta in sé e che fa sorridere chi si sente coinvolto in prima personaI più stupiti sono i piccoli della casetta ti pwason, i nostri pesciolini, che vedono andare via i loro compagni e…. peggio ancora….. alcune delle loro maman. Ma il dramma è subito superato grazie alla disponibilità di chi resta e aiuta i bambini a non vivere nel dramma il distacco.
Cosi alle dieci del mattino Belandà, Djuvens, Djouvenson, Fedra, Jean Nelson, Jean Ricot, Jonelson, Kisha, Maxime, Melkam, Stefano e Wiskerlina lasciano la casa dei pesci e iniziano la loro nuova vita alla casa piccolo nido. Oggi si è unito a loro Ralph, che anche se di anni ne ha quasi due, ha sofferto la denutrizione grave ed è quindi in ritardo sullo sviluppo per cui non cammina e non sta neanche seduto da solo. La sua mamma ed il suo papà sono morti travolti dall’urgano Mathew qualche mese fa e la zia che se occupava non riesce più a seguirlo. Farà compagnia a Jonelson che ha lo stesso problema ed al piccolo Maxime che di problemi ne ha molti di più ma che lotta tenacemente per vivere.
Venerdì abbiamo voluto celebrare i Battesimi dei nuovi arrivati visto che molti di loro non scoppiano di salute, ed affidarli subito al buon Dio perché la loro lotta per la vita fosse benedetta e sostenuta da subito. Sua Eccellenza monsignor Eugene Nougent, nunzio apostolico in Haiti si è prestato ancora una volta a scendere nella bassa e guidare la celebrazione a cui hanno partecipato tutti i 137 bambini della Kay. Con lui don Giuseppe, amico della kay da sempre, già segretario della Nunziatura in Haiti, ora segretario a Sarajevo e don Julian De La Morena, responsabile del movimento di Comunione e Liberazione in centro e sud America.
Una bella festa vissuta da tutti con semplicità e simpatia; una festa che ha permesso di domandarsi ancora una volta qual è il bene più grande che chiediamo per questi bambini che ci vengono affidati da chi gli ha dato la vita, una festa di cui nessuno parla, che non fa notizia, ma che mette un altro mattone alla costruzione di un mondo più umano per tutti.