Non ci sono parole per scusarsi dell’impressionante ritardo con cui arriva questa post….. più di due mesi di silenzio che hanno costretto tanti di voi a scrivermi per avere notizie preoccupati da questa inusuale assenza.
Ma sono successe tante cose, prima tra tutte il mio rientro in Italia per questioni amministrative legate alla nascita della nostra Fondazione Via Lattea, rientro che mi ha permesso però di vivere una bellissima Settimana Santa immersa nel silenzio e nella religiosità di Assisi, settimana che ha visto poi la presenza di diversi amici nei giorni del Triduo e che ha permesso di vivere una bella Pasqua in comunione con la Chiesa Universale.
Approfittando della mia presenza sono andati avanti i lavori di preparazione di Casa Lelia, la casa pensata per i nostri bambini haitiani che andranno in Italia a studiare per prepararsi ad affrontare le sfide del loro paese con competenza ed adeguatezza. Gli interni sono stati finiti grazie alla presenza di tanti volontari che durante i week end venivano a offrire la loro opera. Mancano gli esterni ma piano piano arriveremo a fare tutto.
Intanto però i visti sembrano essere sempre più lontani perché l’Italia pare essere tutta ad un tratto diventata inflessibile. Si sta cercando una via ma forse l’unica sarà attendere i sospirati 14 anni previsti dalla legge ed accettare che le cose non vadano sempre come vorremmo. Chico e Richelo faranno comunque 14 anni nel prossimo anno quindi… non manca poi molto!!!
Ai primi di giugno il viaggio in Albania, mia prima terra di missione, da cui mancavo dal lontano 1999 e da cui ero partita in condizioni difficili e tristi, in seguito ad un attacco della folla alla missione ed all’intervento dei soldati italiani che ci avevano portato in salvo. Era l’8 luglio 1999. Tornare ha voluto dire riconciliarsi con la propria storia e perdonare chi ti ha fatto del male. Un viaggio che mi ha fatto chiudere definitivamente una porta, una storia chiusa nella pace, un viaggio che ha spazzato vie le code di rancore che potevano esserci, un viaggio che mi ha fatto vedere di colpo la bellezza della storia che è seguita con il Brasile prima ed Haiti dopo, un viaggio che ha rimesso in ordine, come dentro un disegno misterioso, tutta una vita, ed il mare di Grazie e di Misericordia di cui questa vita è stata giorno dopo giorno ricolmata.
E finalmente il rientro in Haiti, a casa, dopo una lunga assenza: i bambini in attesa in aeroporto, la festa a sorpresa preparata a casa dall’aitante equipe animasyion, i bimbi cresciuti che ti corrono incontro…. Chedlene che cammina e Maxime che ce l’ha fatta a superare una brutta crisi respiratoria che lo aveva costretto ad una lunga ospedalizzazione… una vita che inesorabile e gratuita è andata avanti.
Trovo lo staff più adulto, più umano, più vero, più responsabile, più impegnato. La mia assenza li ha messi alla prova e la prova è stata davvero superata. Li incontro tutti, a staff per casette, li ringrazio per questo scatto di umanità che ho visto, per il cuore che hanno cominciato a tirare fuori, perché li vedo cominciare a dire “io”: finalmente ho davanti degli uomini per cui il lavoro non è solo lo scotto da pagare, ma l’occasione per costruire qualcosa di bello.
Ed il cammino continua, con dentro una gratitudine in più per tanta umanità donata, per la possibilità di compagnia che questi volti sono diventati, per la bellezza che, seppur dentro i nostri limiti, continua inesorabile a generare vita.