Carissimi, anche quest’anno siamo arrivati a Natale come sorpresi che possa riaccadere. Il rischio di dare per scontato il Mistero di questa notte è sempre in agguato ma sarebbe banale dare la colpa al mondo secolarizzato in cui viviamo, al vuoto di ideali che si respira nell’aria, alle distrazioni da cui costantemente siamo bombardati quasi facendo fuori il gusto della libertà con cui siamo nati e che la notte di Natale conferma ed esalta.
Sarebbe vigliacco accusare altri dell’uso sbagliato della libertà che noi facciamo.
Sarebbe triste perdere ancore una volta la possibilità di essere uomini.
La Notte di Natale invece è l’occasione più vera e reale che ci è data nel vuoto esistenziale in cui galleggiamo durante un anno intero per ricominciare, per lasciarci provocare da ciò che accade. Perchè ciò che accade in quella notte accade e basta, non ci chiede il permesso di accadere. Accade per provocarci, accade per darci ogni anno l’occasione di accorgercene.
In gioco solo la nostra libertà: quella di Dio è stata data una volta per sempre e non serve ridirselo. La nostra libertà invece, come una pigra tartaruga, se ne sta rintanata nel suo guscio: sente i rumori esterni…. la spaventano…. intravede i bagliori di luce…. chiude gli occhi… e sta lí in attesa di tempi migliori.
La notte diNatale è l’occasione per uscire dal guscio della nostra umanità spaventata, per provare a correre il rischio di fidarsi di una storia di bene per sè, per aprirsi alla possibilità che non ci facciamo da soli e che sia toccata ad Un Altro salvarci.
Chi è arrivato alla notte di Natale cosi non si è fatto travolgere da panettoni e luci colorate, ma è ridiventato uomo, affascinato ed affascinante, pronto a ricominciare il cammino, certo del Destino finale.
Qui, in questa terra, dove l’umanità sembra essere ferita più che mai, sembra a volte difficile far festa, sembra cosí difficile indicare una strada, ma al missionario tocca il coraggio della semina, non quello del raccolto.
Cosi la notte del 24 ci siamo messi in cammino con i nostri bambini, con le fiaccole accese, come i pastori e cantando abbiamo lasciato la Kay per entrare in Chiesa, baciare Gesù bambino e celebrare la santa messa della notte. I piu piccini dopo il bacio sono tornati a casa mentre i più grandi hanno celebrato con noi il Mistero del Natale.
Si educano i piccolo per educarsi, si curano i gesti perchè i bambini possano capirli ma anche perchè io possa in quel gesto riconoscerne il significato e guardare a ciò che indica.
Cari amici vi auguro di aver vissuto la notte di Natale cosí e di non aver perso tempo.
Vi auguro di ripartire dalla grotta col coraggio di chi ha visto e sa che Il Bene è dato e nulla potrà mai togliercelo.