Siamo vicini al traguardo e la Kay Pè Giuss continua la sua corsa verso il Natale: i festeggiamenti sono già incominciati ed il clima in casa è di allegria più che mai.

Un cuore di bambino che attende, come quando ero piccola ed aspettavo la notte di Natale in cui accadevano cose incredibili…. la processione per mettere Gesù Bambino nella capanna, i bastoncini che sprizzavano scintille e che avevo il coraggio di tenere in mano solo perchè la mano forte del papà mi faceva vedere che non bruciava, i dolci, i canti, la famiglia riunita, i parenti che venivano da lontano, i regali…. era tutto un’attesa che si rinnovava ogni anno nello stupore che riaccadesse.

Quello stupore oggi è diventato adulto e, come mi hanno insegnato a dire, si è fatto grido che la notte di Natale quando con i nostri bambini ci incammineremo verso la grotta rinnoverà l’incontro con la risposta, un grido che non resta inascoltato, un grido che è già preso in considerazione prima ancora che esca dalla bocca e dal cuore.

La ricchezza delle liturgia del tempo di Avvento e particolarmente di questa ultima settimana ci porta giorno dopo giorno più pronti a riconoscere il Mistero, ci aiuta ad essere in attesa, ci desta dalla scontatezza con cui oggi il Natale è vissuto in tantierealtàdella vita.

Il prete oggi durante l’omelia diceva che oggi ci si dice “Buone feste” “Buon Anno nuovo”…. ma raramente ci si augura “Buon Natale” L’uomo di oggi è distratto e non sa più gridare ed affonda nel suo silenzio. Un silenzio che non parla di Una presenza ma lascia il vuoto di un’assenza.

Alla Kay Pè Giuss aspettando la notte di Natale vogliamo insegnare ai nostri bambini il gusto dell’attesa e la certezza del compimento e reimparare da loro la semplicità degli occhi con cui guardano i regali che stanno arrivando o la capanna che richiama tutti sul prato in mezzo alla casa o l’albero con i suoi mille colori che si accendono e si spengono.

Un’attesa che si fa amicizia nei volti di chi in questi giorni è qui con noi: Angelica con noi da alcuni mesi, Giacomo arrivato solo da pochi giorni ma già con gli occhi spalancati sul reale, Stefano che arriva domani carico di doni e di voglia di camminare insieme, e poi don Graziano che lascia addirittura il suo ufficio in Vaticano per essere tra noi, poveri di Dio, e permetterci di vivere le celebrazioni liturgiche del Natale nella nostra bella chiesa. Perchè nella nostra povertà non abbiamo neanche un prete!!!

Ed è stato bello vedere come ieri le nostre bimbe ricevevano i regali che ogni anno un benefattore haitiano ci porta in pachetti rossi ed i maschietti in quelli blu: macchine e palloni per i giovanotti, bambole e pentoline per le signorine. Certi della propria identità proprio perchè liberi, liberi di riconoscere ciò che è dato.

Siamo poveri qui, molto, ma siamo certi di ciò che siamo e gli echi di un mondo che va alla deriva non sono arrivati…. non so chi sia più povero tra noi…..

In questa certezza cari amici continuiamo la nostra corsa verso la notte di Natale…..