L’avventura italiana per i primi undici bambini della Kay pè Giuss è ormai alle porte. I primi ostacoli sono stati superati ed ora attendiamo impazienti il responso dell’ambasciata italiana. Se sarà un si arriveranno i visti ed i nostri bimbi potranno partire per cercare di costruirsi una vita che la realtà haitiana sembra negargli.
Nei mesi scorsi avevamo acquistato un casale in Umbria, a pochi chilometri da Assisi, nel paesino di Cannara, per dare il via alla nuova casa di accoglienza “Casa Lelia” che ospiterà nei prossimi anni i nostri bambini che potranno cosi costruirsi un futuro di libertà mettendo la testa fuori dalla miseria in cui sono nati ed in cui il loro paese continua a mantenerli negando l’accesso a scuole ed ospedali e mantenendoli forza bruta usata per alimentare le enormi sacche di povertà che caratterizzano il paese.
Il vederli crescere felici, gioiosi, pieni di vita e di desideri mi ha provocato a chiedermi cosa ne sarebbe stato di loro quando, al compimento dei diciotto anni, dovranno lasciare la kay: un portone che si apre, una stretta di mano e tanti auguri…. noi abbiamo già fatto abbastanza!!! Ma io non sono fatta cosi e se faccio una cosa voglio farla bene: non si accompagna un bambino fino a diciotto anni e poi lo si lascia solo davanti alla vita. Dovevo quindi pensare a come poter dare continuità alla storia di questi anni, a come fare sul serio fin da ora con questi bambini. Non mi è mai interessato risolvere i problemi di povertà di Haiti, mi interessano loro, i 122 bambini della kay Pè Giuss: Schnaider, Cassy, Wesky, Jessica, Therese, Espy, Patat, Chico, Roody, Roodson, Edson, Marvens, Fritznelson, Bedgina, Rosberline, Roseberlande, Brianca…… e potrei elencarvi tutti i loro nomi. Mi interessano loro, la loro vita, il loro Destino, il Bene a cui sono destinati.
Casa Lelia nasce da questo sguardo, uno sguardo di bene che non si accontenta di averli fatti crescere, ma domanda di più, vuole accompagnarli a diventare uomini costruendosi un futuro da protagonisti. È un progetto impegnativo, tanti non ci credono, tanti lo criticano…. i soliti benpensanti a cui la nostra cultura ci ha da tempo abituato…. quelli che dicono… “con quei soldi quanti altri bambini si potevano aiutare lí….”, quelli che vivono attaccati ad un buonismo che non regge nel tempo e che vivono da signori della propria vita, quelli che hanno rinunciato a rischiare per essere felici e vivono di calcoli.
Ma la Kay pè Giuss da sempre spezza i nostri calcoli e quindi, sfidando i benpensanti, cominciamo una nuova avventura. Ora stiamo attendendo i visti: superato lo scoglio passaporti, superato lo scglio autorizzazione a lasciare Haiti, siamo ora davanti all’ultimo scoglio…. l’ambasciata italiana che deve darci i visti…. stiamo attendendo fiduciosi certi che se questa cosa interessa al buon Dio, accadrà.
Nel frattempo si freme di attesa, si studia italiano, si cerca di non fare danni che facciano perdere il passaggio aereo!!!
In Italia intanto i nostri amici si danno da fare per preparare la casa. A questo proposito servono braccia che aiutino a dipingere, pulire, oragnizzare, estirpare erbacce… o anche solo far da mangiare a chi è giù a lavorare.
Chi avesse del tempo per darci una mano me lo faccia sapere. I lavori urgenti sono:
– verificare gli impianti elettrici e installare le lampade: Daniele prima e Giuseppe dopo si sono già resi disponibili ed a giorni saranno a Cannara
– imbiancare la casa internamente
– pulizie complete
– sistemazione area esterna con don Franco che ha già preso visione della cosa
– montaggio e sistemazione degli arredi quando arriveranno con previsione di fine settembre
Ringrazio fin d’ora chi vorrà mettersi in cammino con noi e chi darà del tempo per aiutare questi bambini a costruirsi il futuro. La ricompensa ce la darà il buon Dio ma vi assicuro che la strada fatta insieme è già lei una ricompensa.
Invito tutti ad essere con noi il 24 agosto alle ore 17 a Casa Lelia per l’inaugurazione ufficiale della casa di accoglienza.