Sono le uniche parole che alla fine della giornata di domenica scorsa mi restavano sulle labbra e nel cuore: non a noi ma al Tuo nome da Gloria.

Una giornata straordinaria quella di domenica, ricca di una certezza per chi ha saputo guardarla e viverla con gli occhi della fede. Di quella fede semplice, che è stata di Simone e Andrea e che da loro ha raggiunto anche noi, qui, in quel buco di sporcizia e violenza che si chiama Waf Jeremie.

La chiesa Regina della Pace, la cui prima pietra era stata posata cinque anni fa, si erge bella, colorata, viva nell’immondizzaio a cielo aperto di Waf. I lavori erano iniziati a metà gennaio e solo l’arrivo di tre amici architetti, Jacopo, Emanuela e Lucia, hanno reso possibile che la giornata di domenica scorsa accadesse.

Sei mesi di lavoro, di lotta, di discussione, di cambiamenti, anche di scontri, di incomprensioni, di pretese e cedimenti, ma poi, alla fine, eccola bella, lumiosa, spaziosa ergersi dal nulla: la chiesa di Waf Jeremie. “Porta Cristo e la Chiesa a questa gente” mi aveva detto l’arcivescovo tanti anni fa. Ora mentre si celebra la messa di consacrazione dell’altare avverto il sapore di un compito portato a termine, un termine che non segna una fine ma un ulteriore inizio perchè la Chiesa, quella vera, è fatta dalla gente non dai muri. Per questo mentre avverto il compito portato a termine e ne sono grata al buon Dio, capisco che tutto inizia adesso: una campana che suona, un muro che si alza, della gente che arriva. Un segno è posto davanti agli occhi dei poveri, qui nella periferia del mondo, per usare parole care a papa Francesco. Una chiesa di periferia la nostra, ma una chiesa nel cuore della Chiesa.

Cuore della Chiesa reso evidente dagli amici sacerdoti venuti a far festa con noi: sua eccellenza il nunzio apostolico in Haiti monsignor Eugene Nougent, monsignor Giuliano Frigeni vescovo di Parentins, giunto fin qui dall’Amazzonia, monsignor Graziano Borgonovo, giunto da Roma, dalla Congregazione per la Dottrina della fede, don Paolo e don Franco amici di sempre giunti da Novara, padre Jhon che da anni con la sua parrocchia vicino a Chicago ci sostiene, padre Anisette parroco del quartiere vicino.

Una festa di Chiesa. Nei giorni prima le corse perchè tutto fosse pronto: chi dipinge, chi lava i banchi, chi corre a comprare ciò che manca, chi, dopo essersi caricato in valigia la campana, si inventa come montarla e farla suonare. Tutti al lavoro perchè la casa del Signore possa essere pronta ad abbracciare il popolo di Waf.

Durante la messa di consacrazione dell’altare anche venti battesimi di bimbi della Kay e due prime comunioni di Chico e Richelo. La chiesa piena, tanta gente in piedi. I bambini che cantano, tutti sorridono intuendo che qualcosa di grande sta avvenendo.

Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam.