Meno male che la Chiesa ci viene in aiuto. L’anno della Misericordia è iniziato, le Porte Sante sono state aperte dovunque ma io distrattamente, presa dalle centomila cose da fare, avevo guardato questa cosa come con una scontatezza dentro, qualcosa che il Papa aveva deciso di fare non so bene perchè, di cui tutti erano contenti, ma che in fondo in fondo non aveva nulla da dire alla mia vita qui in Haiti ed alle centomila difficoltà che ogni giorno mi trovo a dover affrontare.

Poi, di colpo, il fattaccio…. una vecchia denuncia ricevuta anni fa da un ragazzo che lavorava in clinica e che doveva essere stata chiusa, ha invece continuato a camminare: c’è stato un processo a cui io non era presente e quindi non c’è stata occasione di difesa. Risultato colpevole.

Colpevole di non aver pagato la tredicesima al soggetto, un semianalfabeta che si occupava dello stoccaggio dei farmaci. Colpevole di non avergli pagato le ferie e presunti straordinari. Colpevole di averlo licenziato.

2.000 dollari da pagare, conti in banca bloccati, clinica chiusa.

Potete solo immaginare la rabbia che mi è venuta e quando a sera un bandito è venuto a chiedermi se ci doveva pensare lui….. sono stata veramente tentata di dirgli di si ben sapendo cosa avrebbe significato.

Ma è stato un attimo, ho subito avuto davanti agli occhi Papa Francesco che apriva la Porta Santa ed anche la foto che gli amici hanno fatto girare di quel vescovo in non so che paese sconfinato della Russia che apriva una porta in mezzo ad un prato perchè da anni sta attendendo i permessi per costruire la Chiesa e non glieli danno. E tutto è tornato in ordine.

Con che sguardo stare davanti a questo ragazzo, ai suoi avvocati, alla presunta giustizia haitiana, a chi vive alla deriva, allo sbando, schiavo della sua misura? L’unica vera possibilità umana me la offriva la Chiesa: Misericordia, uno sguardo cioè che guarda il cuore dell’altro, l’immagine più vera della sua umanità nascosta tra la sporcizia del male, che non ha orrore di toccarla perchè Lui l’ha amata fino a dare la vita.

Ed allora mi preparo ad andare in tribunale a rispondere delle accuse pagando il figliolo, accettando il suo ghigno di vittoria sul volto, ma desiderando per lui il bene perchè “ll Signore non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva“.

Ed in questo andare mi sono di aiuto i volti sorridenti dei nostri bimbi: raccolti piagnucolosi, sporchi e denutriti in un immondezzaio fioriscono giorno dopo giorno travolti dalla bellezza e dall’affetto che li circonda. È possibile cambiare, è possibile riconoscere un bene per sè: domandiamo che a Junior accada questo.