33.000 milioni di dollari spesi per le elezioni di ottobre che se ne vanno in fumo!!!! Il ballottaggio previsto per domani, domenica 24 gennaio, è stato sospeso a causa delle violente manifestazioni che hanno riempito le vie di Port au Prince in questi giorni. Accusano il Presidente di brogli elettorali e chiedono che si dimetta o che se ne vada al prossimo termine mandato previsto per il 7 febbraio.
Intanto il paese è nel caos: strade bloccate da gente inferocita a da lunghe colonne di macchine, camion, motociclette. Diversi negozi assaltati con vetrine rotte, supermercati chiusi per evitare danni inutili. Addirittura alcune scuole non hanno aperto durante la settimana. In settimana una nave da crociera carica di turisti non è stata fatta attraccare a Labadie dagli stessi lavoranti nel resort che li avrebbe accolti per qualche giorno di vacanza.
Io me la sono cavata con un dito rotto…. frutto della collutazione avuta con un aitante giovanotto che ha cercato di mettermi le mani in tasca per rubarmi il telefono approfittando del caos in cui eravamo coinvolti. Il telefono è rimasto nella mia tasca ed il giovanotto ha dovuto rompermi un dito per riuscire a scappare. Pazienza ne ho altri nove e il decimo lo recupererò presto!!!!
Dispiace vedere come questo popolo si butti via, come non riesca a sollevarsi dall’immondizia in cui vive, come conosca sempre e solo la violenza come mezzo di comunicazione. Ma verso cosa stanno andando?
Sono domande che mi pongo dopo dieci anni, dieci anni in cui credevo di combattere con loro per la speranza, di costruire insieme il futuro, di lottare per la dignità dell’uomo. Ma i tempi non sono i nostri e probabilmente stavo correndo. Qui si lotta ancora per sopravvivere e l’egoismo sfrenato, la soluzione del proprio bisogno, è ciò che regola ogni rapporto.
Ai limiti dell’umano direi.
E poi c’è la Kay, bella, splendente, vivace ed allegra. Unico segno di speranza. Una speranza per cui devo combattere ogni giorno con educatori che trascurano i bambini e non si accorgono che non stanno bene se non quando sono moribondi, o infermiere che smettono di dare i farmaci a bimbi con malattie gravi, solo perchè una volta sicure di avere il posto di lavoro e la fiducia della suora, basta…. si può smettere di lavorare. Una kay in cui ogni volta che porti un bimbo in ospedale ti chiedono soldi e soldi e soldi per fare esami fantasma, di cui non avrai mai i risultati, ospedali che ingannano il mondo raccontando di bambini salvati, di aiuti gratuiti, ospedali in cui ti chiedono 400 dollari per una tac (qui un impiegato ne prende 200 al mese) che poi comunque non vedrai mai. Una kay dove i bimbi più grandi rompono tutti i giocattoli in poche ore ridendo per il gusto di spaccare tutto. Una Kay dove ci si sente a casa anche quando si sta facendo fatica. Una Kay…. la nostra Kay.
E cosi alla kay i bimbi si divertono e crescono sereni. Ma la sera quando ascolto il silenzio e li vedo addormentati nei loro lettini mi domando verso cosa li stiamo conducendo, per che mondo li stiamo preparando, cosa abbiamo a cuore che incontrino e cosa ne sarà di loro domani.
Ma poi la preoccupazione lascia il posto alla certezza che il loro futuro non è nelle mie mani: sarà la loro libertà, se saranno capaci di usarla, a farli decidere se stare all’incontro che hanno fatto o no. A me è chiesto solo di continuare a mostrare la strada amando loro ed il loro Destino.