La violenza esplode intorno a noi. Anche quaggiù arrivano immagini di morte, dolore, follia umana. Poche ore fa la notizia che quattro siriani sono stati arrestati in Martinica con passaporti falsi greci: scendevano da un aereo proveniente da Haiti.  Il male arriva fin qui, ci ha raggiunto. Non bastava quello di casa nostra, arriva anche quello dell’altro lato del mondo. San Pietro scriveva duemila anni fa “Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare” (1 Pt. 5,8)

Va in giro, cerca spazi aperti per entrare, e li trova nei vuoti che la storia ha lasciato. Li trova e divora.

Pochi giorni fa rientrando alla kay dopo la messa del mattino, una ragazza di quattordici anni fatta a pezzi nella notte. La mamma sgomenta. Non c’è una ragione. Qualcuno si è divertito cosí.

Ieri sera spari sulla Kay. Banditi che si inseguono, qualcuno scappa, cerca una via di fuga attraverso la bellezza del nostro giardino, lo inseguono. Sono armati pesantemente, volti coperti, raffiche di mitra. I bambini urlano. Il guardiano scappa a nascondersi sotto il letto di Erody. Le donne, cavallette impazzite, corrono a togliere i bambini dai giochi e dal refettorio. Io chiudo tutto, spengo le luci, corro a rassicurare grandi e piccini: non temete, non siamo soli. Mezz’ora in cui il male divora e sembra vincere. Una telefonata ci dice dei morti rimasti sul terreno: tra questi la sorella di una delle donne che lavorano da noi. La mamma ed il cugino feriti gravemente.

I bambini attendono ammassati in cucina, seduti per terra, i tavoli sopra le teste ma…. dov’è la Cassy??????? Esco a cercarla. Le donne non vogliono che esca, c’è qualcuno ai lavatoi, spara. Esco, corro, non la trovo. Ma ecco un movimento accanto ad una pianta…. mi fermo… eccola saltare fuori sorridente come sempre ed abbracciarmi lieto fine di questo nuovo gioco. Ci rifugiamo in infermeria. Pochi minuti e tutto finisce. Gli spari si allontanano, i bimbi ritrovano la tranquillità ed in pochi minuti tutti dormono. Il leone è passato ed io mi inginocchio davanti al Santissimo: grazie è l’unica cosa che riesco a dire.

Questa mattina svegliandomi mi sono tornate in mente le parole di don Giussani. Non ricordo quando le ha dette, ma da quindici anni ce le ho scritte in camera:

Questo è un periodo di barbarie, di non senso; i nostri amici stiano insieme, costruiscano insieme dei luoghi (come i benedettini all’inizio del medio evo). Di fronte alla barbarie è l’unità che vince, non l’illusione di avere già vinto. Non è dialetticamente, con una dialettica, che si può vincere la sfida della barbarie, ma costruendo luoghi di educazione.

La vittoria è quella di costruire luoghi dove l’ideale si realizza in forme di vita.”

LA KAY VUOLE ESSERE QUESTO LUOGO!