Finalmente a casa! L’Italia è bella ed è il mio paese ma il vuoto che si respira è devastante: un Occidente senza certezze dove tutto è possibile in nome di una falsa libertà, gente sbandata che si erge a misura delle cose, il lusso che diventa miseria provocato da una crisi che paragonabile alla crisi perenne dei paesi del terzo mondo fa sorridere, buonismo o freddezza davanti a popoli in fuga… ma rieccomi in Haiti, a casa, dove tutto è molto più semplice e la vita si muove al ritmo del sole e per tutti è importante arrivare a sera.

All’aeroporto i bimbi grandi al rientro da scuola hanno fatto festa cantando a squarcia gola fino a quando la polizia non ci ha intimato di andarcene!!!! Poi a casa ad aspettare il rientro dei piccoli dalla scuola materna e coccole a go go con tante tante caramelle per tutti!!! Le coccole sono continuate fino a tarda serata con i più resistenti che cercavano di recuperare il lungo tempo di astinenza.

Alla Kay tutto bene: pulita, bella come sempre, volti dei bimbi gioiosi e quelli degli adulti contenti della responsabilità vissuta davvero alla grande. Mi hanno raccontato di come si siano aiutati davanti alla malattia di alcuni bimbi per altro poi diagnosticata come tubercolosi per cui adesso dobbiamo pensare un posto dove spostare i bimbi infetti!!!! O delle notti che diversi ragazzi venivano a fare per dare sicurezza alla Kay durante gli episodi violenti delle ultime settimane. Le spese fatte, i conti che tornano, una quotidianità affrontata con la certezza di potercela fare.

Poi i piccoli che cominciano il loro percorso scolastico, nelle divise più grandi di loro: in fila indiana, piùo meno obbedienti le bambine della Kay Nounous, in formazione sparsa ed in lacrime i maschietti della Ti Pousen.

Sicuramente l’esperienza del campo estivo con i volontari ha segnato questo scatto di maturità e tanti cominciano ad accorgersi che la bellezza della Kay è per loro.

Adesso tante cose da fare, questioni da sistemare come i bimbi grandi che tornano da scuola e se ne vanno a giocare al pallone non preoccupandosi dei compiti da fare, o le decine di persone venute in poche ore per affidare i bambini alla kay perchè la violenza spaventosa di queste settimane ha lasciato molti orfani,
o Nephtania che all’asilo nido non ci vuole proprio andare, o i lavori da cominciare per rimettere in funzione la Klinik… tante cose ma nessuna preoccupazione di farle tutte e subito…. un cammino, un cammino fatto giorno dopo giorno non mosso dall’urgenza di raggiungere un traguardo ma sostenuto dalla certezza di essere al proprio posto a costruire nel mondo la Gloria di Cristo.