L’estate continua ai Caraibi e la vita dellla kay anche.
Il campo estivo è entrato nel pieno delle sfide, si accusa la stanchezza ma è innegabile la bellezza del gesto e la contentezza di chi lo fa grandi e piccini. La presenza dei volontari quest’anno è una ricchezza ed una bellezza per tutti ed anche le nostre “madame” se ne fanno contagiare.
Intanto prosegue la sfida del piccolo Jonel: giorni e giorni tra uffici e presunti tali a capire i documenti necessari a portare il piccolo in Italia per iniziare un iter medico che potrebbe portarlo a camminare.
A volte viene da ridere perchè sembra di essere in un celebre film di Alberto Sordi, rimbalzati senza ritegno tra uffici fatiscenti e impiegati semi analfabeti investiti di un potere più grande di loro. A volte non capiscono neanche cosa stai chiedendo e ti rispondono cose senza senso a cui tu devi sottostare se non vuoi perdere del tutto la possibilità di mettere insieme i documenti necessari ad ottenere il visto. Per ora siamo riusciti ad avere il passaporto e l’autorizzazione all’espatrio con il piccolo affidato a me. Adesso iniziamo la sfida del visto da richiedere all’ambasciata italiana che si trova…. a Panama!!!! In lotta contro il tempo perchè io e Jonellino dovremmo viaggiare lunedi 17 agosto… sto cercando di spostare i biglietti per dare il tempo all’ambasciata di decidere se dare una speranza al nostro piccolo amico o no.
Ed ancora il don Franco ed il don Paolo che tornano a portarci l’abbraccio di Cristo e della Chiesa permettendo che alla Kay ci sia il Sacramento dell’Eucarestia ogni mattina. E con loro, come ogni domenica in Nunziatura, per diventare sempre più amici di chi, qui in Haiti, rappresenta Pietro. I nostri bimbi, splendidi in camicia bianca e cravatta ci rendono orgogliosi: l’Haiti bene ne resta colpita… si stupiscono che da Waf Jeremie possa venire fuori tanta bellezza. Chico, Richelo, Yonelson e Rico vengono scelti per fare la raccolta delle offerte. Belli, coraggiosi, rispettosi passano tra le sedie a raccogliere le offerte per deporle ordinatamente ai piedi dell’altare ed inchinarsi prima di tornare a sedersi.
Sono orgogliosa di loro e mi dico che ne vale davvero la pena.
Ma la Kay è la Kay ed ogni giorno tanti poveri vengono a chiedere anche solo di essere ascoltati o accolti. Come la piccola Princesse, Principessa, poco più di due anni, un tumore a cavolfiore alla base del cervelletto, una massa che cresce esterna e che la porterà via presto. Il desiderio sarebbe quello di avere una soluzione per tutto e per tutti, invece capisco che siamo solo chiamati ad essere compagni di strada della bimba per tutto il tempo che il buon Dio vorrà donarcela.
In cammino dunque, ognuno compagno di strada unico ed irripetibile, ognuno dono per il mondo, ognuno destinato alla felicità che qui alla Kay Pè Giuss è già cominciata.