Mentre recitavo le Lodi questa mattina le parole del salmo 143 che la liturgia di oggi ci mette sulle labbra mi facevano pensare a Chedlène Benedetta: lei cosí piccola, già “tutta”. Lei cosi piccola, in lotta per la vita. Lei cosi piccola amata e conosciuta fino in fondo. Lei che, nella tranquillità della nostra estate Caraibica cresce piano piano ogni giorno ricordando a noi la potenza del Bene.

Il Bene: una Presenza. Si alla kay Pè Giuss il Bene è una Presenza che ci coglie in contropiede ogni giorno, ogni istante anche davanti a chi spacca un muro, sradica una griglia, rompe dei vetri ed entra nella camera dei volontari per portare via un computer ed un ipod. Barattare il Bene per un computer ed un ipod. “Ho barattato Dio con la mia libertà e sono rimasto io dentro la falsità…’ cantava Claudio Chieffo ed il rischio di barattare la propria libertà è sempre alle porte per tutti noi. Occorre essere aggrappati con tutte le forze al Bene, domandarLo, afferrarLo e lasciarsi afferrare. Come la Maddalena il mattino della Resurrezione: ve la immaginate una donna che corre chiedendo del corpo di uno che è morto? Fermando la gente per la strada, domandando, correndo? Cosa avrà avuto nel cuore? Forse un senso di paura, tutto era perduto, ma sicuramente una grande certezza se no sarebbe rimasta a casa sua a piangere.

La CERTEZZA. Questo è quello di cui il cuore dell’uomo ha bisogno. Questo è quello che fa vivere Chedlène Benedetta: la certezza di essere amata.

E cosi alla kay Pè Giuss la certezza cresce: basta guardarsi intorno per essere certi di Una Presenza che accade. Accade nella bellezza degli spazi. Accade nella vivacità degli occhi dei bambini. Accade nella vita di Chedlène che cresce ogni giorno di più. Accade per me, accade per chi ci incontra, accade per chi ci guarda, bianco o nero. Ma accade se non abbiamo barattato la nostra ilbertà, se la nostra libertà è viva, è lí, pronta a scattare.