Il lettino di Debora ha già accolto un altro bimbo: Mykebens, tre anni e mezzo, disabile. La sua mamma è impazzita in seguito all’uccisione del papà durante uno scontro tra bande armate che quando sparano lasciano a terra molta gente che vivendo in baracche di lamiera viene colpita a morte da pallottole vaganti. La donna è scappata nella notte. Non se ne sa più niente se non che vaga per le strade della città. Il piccolo viene accolto dalla sorella della mamma, o cosi almeno dice di essere.

Arriva alla kay Pè Giuss con un documento del giudice di pace che lo affida a noi. Ed il piccolo Maykerbens è dei nostri.

Piange quando la zia se ne va. Mi arrabbio quando vedo le educatrici ridere di queste lacrime: non si muovono, non una carezza, un abbraccio, un sorriso. Fremo e devo trattenermi dal mettere le mani addosso a queste donne che hanno perso anche il dono naturale che ogni donna sana di mente ha di voler bene ad un bambino.

Vedo Pinuccia, la “nonna”della kay e le chiedo di far compagnia al nuovo arrivato.

Due ore dopo lo vedo ridere alle canzoncine di Pinuccia, canzoncine che da anni funzionano con tutti i bimbi che Pinuccia incontra: i suoi figli, i suoi nipoti ed oggi questi nuovi nipotini che il Buon Dio le dona.

Ed il ghiaccio è rotto, qualcuno ha aperto la porta perchè Mykebens entrasse davvero in casa.