Anche quest’anno scolastico si ê finalmente chiuso martedi 30 giugno. Ultimo suono di campanella che sanciva l’inizio delle vacanze che qui non sempre sono desiderate perché per gli insegnati significa la fine del contratto di lavoro e quindi il nulla fino a settembre e per i bambini significa la strada con il suo vagabondare curioso ma qui pericoloso.

Comunque sia all’ultimo suono di campanella le grida esultanti si sono levate dalle tredici classi che hanno in pochi minuti riversato per la strada di Waf Jeremie decine e decine di cuccioli gialli e verdi. Adesso aspettiamo le pagelle e poi arrivederci a ottobre.

La fine dell’anno scolastico significa anche festa della “graduasion” per i piccolini della scuola materna che terminano questo primo ciclo di formazione e si avventureranno dal prossimo settembre nel percorso della scuola elementare. La festa della graduasion corrisponde ad una nostra festa di laurea, con tanto di pileo nero e foto ricordo con il fotografo che cambia lo sfondo dietro al bambino con cartelloni colorati appesi al muro. La maestra del terzo anno comincia sei mesi prima a preparare questa festa organizzando recite, balli, sketch ed artisti ospiti. Il tutto dura circa sette ore e tenendo presente che cominciamo a mezzogiorno con quaranta gradi all’ombra vi lascio immaginare il resto del pomeriggio….

Io come sempre reggo due, tre ore poi abbandono facendo il discorso di circostanza in cui però ho sempre a cuore emerga la passione che mi muove e la ragione che sostiene le opere che vedono.

Quest’anno anche alcuni dei nostri bimbi festeggiavano: Isaac, Shedlene, Sheedlove, Giokenson, Rubens, Christella. Roubens era la star del giorno con recita di poesia, sketch personale, danze varie. Ma anche gli altri non sono stati da meno, tranne Christella che avendo visto la sua mamma nel pubblico ed avendo notato il grosso sacchetto ricolmo di dolci in grembo alla donna, ha inscenato un mal di pancia gravissimo davanti ai quali gli haitiani si sono spaventati e l’hanno portata in braccio  nel suo letto dove tranquilla ha passato le due ore seguenti  divorando caramelle, biscotti, succhi di frutta…. per poi ritornare tranquilla alla festa in tempo per il canto finale.

A noi sembra esagerata una festa cosi per questa circostanza, come è esagerata l’eleganza richiesta ai bambini e quella dei genitori che partecipano, ma anche questa cosa è il segno di un cuore che desidera di più, come se si intravedesse un appiglio, un ultimo respiro della grandezza del cuore dell’uomo che non cede mai al nulla. A volte è davvero faticoso scoprirlo: bisogna stare attenti ai piccoli segni di quel volto umano originario che ogni uomo ha e che la storia, la fatica, il dolore tentano di cancellare. Ma il Volto originario impresso in noi è lí, sempre: la sfida è riconoscerLo.