Le vicende degli ultimi mesi ci avevano impedito di festeggiare i compleanni come siamo abituati a fare e cosi sabato scorso si è svolta alla kay Pè Giuss una mega festa di compleanno con i festeggiati di maggio e giugno. Chi compiva un anno, chi due, chi tre, chi quattro…. via via fino agli undici anni di Chico di cui non si sa data di nascita e per questo se ne è stabilita una affidandolo alla Madonna e facendolo nascere nel mese di maggio.
Alle quattro del pomeriggio l’allegro cantare di una campanella chiamava gli invitati alla festa a mettersi in cammino per raggiungere il refettorio dove la festa stava per avere inizio e cosi piano piano, alla spicciolata, uno dopo l’altro i piccoli invitati arrivavano eleganti e come sempre un po’ spauriti perchè non sanno mai cosa succederà. Il tavolo pieno di torte e bevande era il richiamo principale e si è faticato non poco a mettere soprattutto i piccoli che adesso sono cresciuti e che stanno scoprendo tutto, seduti tranquilli sulle loro seggioline.
I grandi invece ormai autonomamente prendono posto ed attendono con ansia di sapere il nome dei festeggiati. Si perchè qui non c’è proprio l’idea di compleanno e chi è stato festeggiato il mese scorso è lí trepidante che aspetta di scoprire se sarà chiamato ancora e quando non si sente chiamato viene a chiederti perchè.
Cose da noi scontate qui sono fuori dall’esperienza e gesti che per noi hanno un significato qui non hanno senso. Le stesse educatrici sbuffano quando dico che faremo la festa di compleanno: devono lavare i bambini, vestirli bene, poi cambiarli…. troppa fatica… Non esiste il gusto del bello, della festa, sembra non esistere la possibililtà di essere contenti.
Si a volte sembra che abbiano perso la libertà di poter essere contenti, la libertà di poter sperare, di credere alla felicità promessa, promessa all’uomo di ogni luogo e di ogni tempo nel momento in cui viene messo al mondo.
Bisogna ricominciare da questo, dal ricostruire un’umanità talmente distrutta da non accorgersi della grandezza che ha.
“…… eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di Gloria e di onore lo hai coronato…” dice il salmo 8, un salmo a me molto caro perchè compagno di strada quotidiano. Ed è questa Gloria che desidero emerga sui volti dei nostri bimbi, degli educatori, di chi ci incontra. È per questa Gloria che festeggiamo i compleanni. È per questa Gloria che mettiamo i vestitini più belli ai nostri bimbi nei giorni di festa.
Ma è per la stessa Gloria che mi alzo al mattino ed è per questa Gloria che vale la pena spendere la vita.
È un lavoro lento, lungo, silenzioso di cui forse noi non vedremo i frutti che saranno consegnati alla storia dell’uomo ma l’intensità dell’istante che si vive con gli occhi fissi al Destino già basta: è il centuplo promesso, l’eternità sarà una Grazia.