Questa mattina uscendo per andare a messa uno spettacolo desolante appariva ai nostri occhi. Pochi minuti di pioggia nella notte, neanche particolarmente forte e le strade della città erano diventate una discarica a cielo aperto… più del solito….

La gente sembrava essere incurante dello schifo che ci circondava e come tutte le altre mattine erano affacendati in preparativi di carico e scarico pulmini, ceste che venivano riempite della mercanzia da vendere durante la giornata, gente che andava  gente che veniva, tap tap caotici, autobus impazziti…. tutto come sempre. Nessuno sembrava accorgersi dell’immensa pattumiera in cui ci stavamo muovendo.

 

Tornata a casa dopo la messa, svolte le mansioni di inizio giornata, mi sono seduta in ufficio a lavorare e distrattamente ho messo  uno dei miei cd preferiti: i Notturni di Chopin.

Pochi minuti, le note che riempiono lo spazio ed io mi fermo, incantata davanti alla bellezza che si manifestava cosi evidente in queste poche note. Li ho ascoltati miliardi di volte, li ho suonati altrettante ma questa volta è diverso.

Subito la domanda ma come può il cuore di un uomo far nascere una bellezza simile e lo stesso cuore camminare in una pattumiera senza sentire un dislivello tra sè e la realtà, senza sentire un disagio, una nota stonata? Cosa c’è di diverso in Chopin e nella gente che mi camminava accanto questa mattina? La storia avuta? Non mi basta. La cultura? Non mi basta. Il talento naturale? Non mi basta. Ci deve essere qualcosa d’altro, qualcosa che abbiamo per natura, che è dato all’origine e che possiamo perderci nella strada della vita.

 Guardavo i nostri bimbi, che quando arrivano sono tristi, scuri in volto e che poi, con il passare dei giorni riprendono vita e cosi a bordo piscina guardando Christelle e Christine sorridere contente e giocare con le altre bimbe, mi sono detta che la differenza si chiama libertà: libertà di riconoscere il bene più grande per sè, libertà di paragonare tutto al cuore, libertà di scegliere per il proprio bene, libertà di lasciarsi educare, libertà di afferrare la felicità che nessuna condizione al mondo può negare.

I nostri bimbi sono liberi: scelgono la vita non si lasciano schiacciare dal dolore e dalla fatica che per loro così piccoli la vita già comporta. Si aggrappano alla vita, al bene, al bello con tutte le forze che hanno e vivono così piccoli ma cosi totalmente uomini.