Lo chiamavano “Ti blanc” piccolo bianco, per via della sua carnagione chiara e dei capelli biondi.
Gli occhi verdi che parlavano di un papà che la mamma non ha mai saputo chi fosse, o voluto dire.
Era arrivato da noi due anni fa in malnutrizione grave. La Kay Pè Giuss non c’era ancora e così l’avevamo accolto nella nostra casa di Tabarre. Una volta ripreso il peso forma la mamma in lacrime ci aveva chiesto di occuparci del bambino perché lei non sapeva cosa dargli da mangiare e temeva che sarebbe ricaduto nella malnutrizione grave come era già successo con Tamara.
Yvenson era rimasto ed i suoi occhi verdi rischiaravano la Kay.
Questa mattina tornata da messa uno strano silenzio, donne in lacrime e Mickenson che sommessamente mi dice di andare a vedere il lettino di Yvenson.
Scomposto in una posa irreale, gli occhi infossati, la bocca spalancata come a cercare un aiuto che non gli è venuto. Non sembrava dormisse, sembrava proprio che non ci fosse più, fosse già da un’altra parte, testimone silenzioso della vita eterna che continua oltre la morte. Una porta oltrepassata, una che si chiude e ad attenderci non il vuoto, non il nulla, ma l’abbraccio Misericordioso del buon Dio e della Sua Mamma.
Scusaci Yvenson se questa notte non abbiamo sentito il tuo grido, se ti abbiamo lasciato da solo in questo viaggio. La morte ha visitato la nostra casa questa notte e ti ha scelto. Non so perché proprio tu, ma so che proprio tu oggi ci ricordi che siamo fatti per la vita, per la Resurrezione, per l’eternità.
Arrivederci in Paradiso piccolo amico. Veglia suoi tuoi fratellini della Kay Pè Giuss e si felice Ti Blank per le strade del Cielo.