Dopo la messa crismale di questa mattina in cattedrale insieme all’arcivescovo ed ai sacerdoti della diocesi eccoci entrati nel Mistero del triduo Pasquale con la messa “In cena domini”: è impressionante pensare a cosa sta succedendo, alla portata eterna di questi giorni, al Mistero che c’è sotto. Pensavo a Pietro che esuberante butta sempre sul tavolo tutta la sua umanità, o a Giovanni che dicono avesse messo il volto sul petto di Gesù, a Giuda…. ma che solitudine doveva vivere quell’uomo? E tutti gli altri lí con le loro umanità ricche sicuramente di desideri e di certezze, uomini che entro poche ore spariranno e Lo lasceranno solo. Ma che Mistero!

Ed è a questo Mistero che voglio educare i nostri bimbi della kay Pè Giuss. Per questo questa mattina mi sono seduta con i più grandi per raccontargli del bene che Gesù voleva ai suoi amici e di come questo bene cominci nel gesto di lavare loro i piedi. Mi ascoltavano in silenzio qualcuno tirandosi le orecchie per aprirle bene, qualcuno sorridendo e qualcuno come la Cassi e Gesinor litigando per il posto in cui sedersi!!! Alla fine un gruppetto è stato scelto per salire alla Nunziatura Apostolica e partecipare alla funzione.

Il resto della giornata è stato quindi utilizzato per preparassi all’evento: scegliere i vestiti più belli, lavare le scarpe da ginnastica (… le uniche che abbiamo!!!), pettinare le bambine con pallini e codini colorati. Alle 16.30 la partenza, ammassati nella macchina per evitare di perderseli per strada.

Don Giuseppe, segretario della nunziatura ed amico della kay, mi aveva anticipato che avrebbe lavato i piedi a quattro dei nostri bambini e così Chico, Jokenson, Yonelson e Isaac emozionati si sono preparati  all’evento.

Durante la funzione sono stati bravissimi e con loro Jorimel, Schnaider, Rischla, Rico e Shedlove che facevano parte dell’equipaggio. Alla fine hanno aperto la processione per accompagnare Gesù in cappella dove le suore della casa aveva preparato l’altare. In ginocchio circondata da questi bimbi li affidavo uno per uno a Lui, l’unico che può compierli, come ha compiuto quei dodici che sedavano a tavola con lui pur sapendo che sarebbero spariti tutti.

Affidavo loro ed affidavo gli altri 96 rimasti a casa. E con loro, piccoli compagni di strada, entravo nel Mistero di questi giorni, Mistero che non chiede di essere svelato ma soltanto di essere guardato in ginocchio, in silenzio.