Arriva in braccio al suo papà: lo sguardo triste come tutti i bimbi che arrivano alla Kay il primo giorno. Gli occhi ci parlano di un dolore troppo grande per una bimba di poco più di un anno. Resta immobile, non sa bene dove sia nè cosa stia accadendo sa solo che le braccia conosciute della sua mamma non ci sono più e quelle del suo papà portano un calore sconosciuto visto che lui ha già una famiglia, una donna, dei figli e per questo non aveva potuto restare con Lovelie e la sua mamma.
Ora la sua mamma è morta portata via da chissà che malattia e Lovelie è rimasta sola. La donna del suo papà non la vuole, ha già due figli e Lovelie è troppo piccola, una palla al piede ed il ricordo del tradimento del marito. Viene dalle bidonville di Petion-Ville, quelle che si vedono quando si va a messa in Nunziatura. Lontano dalla miseria delle nostre zone. Domando all’uomo “Ma come mai sei venuto fin qui? Come hai fatto a sapere di noi?” E lui risponde guardandomi attraverso i suoi occhiali da sole in una giornata grigia “Tutti sanno di questa casa e tutti vorrebbero portarti i loro figli. Aiutami a dare speranza alla mia bambina.”
E le porte della kay si aprono, la casetta nounous, degli orsacchiotti che accoglie bimbe da 1 a 3 anni si stringe ed un lettino ancora vuoto si riempie.
L’accoglienza non è mai un calcolo: ma ce la faremo, potremo mantenere tutti questi bimbi, che ne sarà di loro se mi dovessse capitare qualcosa…….. l’accoglienza è gratuita, totale, per sempre. L’accoglienza nasce nel cuore di Dio. L’accoglienza sono le porte del Paradiso spalancate che ci attendono: non sarà un calcolo quello che cercheranno gli occhi di Dio nel momento ultimo, sarà uno sguardo, sarà un abbraccio, sarà una infinita Misericordia.
Si accoglienza è Misericordia.