Così Papa Francesco ha concluso la sua omelia nella celebrazione della Domenica della Palme con cui si è ufficialmente aperta la Settimana Santa.

Una raffica di domande sorte davanti all’incontro che il Vangelo di ieri ci ha fatto fare con una varietà umana sorprendente: tutti, ma proprio tutti, hanno dovuto prendere posizione davanti a Cristo.

Chi sono io davanti al mio Signore? I dirigenti, i sacerdoti, i farisei, i maestri della legge, Giuda, i discepoli, le donne, Pilato, la folla, i soldati, il cireneo, i passanti, Giuseppe d’Arimatea, Maria, tutti chiamati a fare i conti con quel Fatto, con quella Presenza, con quel volto. Chiamati a prendere posizione davanti a Lui, alla sua umanità.

San Francesco in ginocchio a San Damiano gridava “Chi sei Tu? Ed io chi sono?”

Questa mattina tornando da messa la nostra piccola Kernia era immobile nel suo lettino, portata via in silenzio. Ma chi era Kernia davanti a Lui e chi è adesso Kernia davanti a Lui? Anche lei chiamata a prendere posizione davanti ad un Fatto.

Il richiamo del Papa ad entrare nella Settimana Santa con una domanda, si fa grido davanti al corpo senza vita di Kernia: chi sono io?

Ed è la, in questa domanda che si spalanca la possibilità di decidere la propria posizione davanti a Cristo, si spalanca nell’istante, si spalanca ogni giorno e la risposta può non essere mai la stessa, ma ciò che so per certo è il desiderio di cercare questa risposta ogni sera quando, rimettendo tutto nelle Sue mani, nel silenzio della notte, mi sorprendo Sua, fatta da Lui e per Lui e domando di saper correre al Sepolcro domenica mattina anch’io con il cuore gonfio della certezza di Lui e della domanda che Lui sia e sia per sempre.