Si chiamava Josie, era arrivato nel mese di agosto abbandonato da una mamma troppo disperata per prendersi cura del suo bambino dopo la morte del padre. Era il piu’ piccolo della squadra, una specie di mascotte in tutine troppo grandi per i suoi due chili di peso nonostante i suoi cinque mesi di vita.
Poi piano piano la ripresa, la lotta per la vita, il calore di una casa, squinternata finche’ vogliamo, ma sempre una casa.
Poi, improvvisamente sabato mattina la crisi respiratoria causata da una broncopolmonite esplosa all’improvviso, l’ennesima corsa al solito ospedale sempre troppo pieno per accogliere i nostri bimbi, quelli che non possono passare attraverso gli studi pediatrici della citta’, quelli che arrivano appesi ad un filo, quelli che un dottore frettoloso non vuole neanche vedere perche’ tanto non c’e’ piu’ niente da fare, quelli per cui nessuno ha voglia di lottare.
Il ritorno a casa, l’aggravarsi della situazione, e via si riparte verso l’ospedale generale, una battaglia gia’ persa in partenza, non ci crediamo neanche noi, ma ci proviamo, ci proviamo per quel “desiderio semplicemente accennato” che batte anche nel cuore di Josie e che lo rende uomo, gia’ pronto per andare a testa alta verso il suo Destino.
All’ospedale generale nessuno si scompone, ci guardano, non fanno neanche finta… forse gli facciamo pena, sicuramente li facciamo ridere…. correre per due chili di bambino… ed invece quell’accenno di desiderio presente anche in Josie ci fa correre e continueremo a correre per tutti i Josie che avranno bisogno di essere amati certi che quel desiderio che ci rende uomini e’ tutto cio’ con cui ci presenteremo un giorno al Signore della vita.
Preparaci un posto Josie insieme a Lesline, Gisha, Lucien, Ye Ye ed ai tanti piccoli amici che in questi anni abbiamo riconsegnato al Cielo certi del Destino buono che ci e’ gia’ dato.