Cosi’ ci provocava questa mattina durante la predica papa Francesco… “… la speranza non e’ ottimismo e neanche atteggiamento positivo…. la speranza si nasconde nella vita… e’ un rischio…” ed io ascoltandolo prima di iniziare la mia giornata mi domandavo dove sfosse la mia speranza, cosa fosse la mia speranza, quale fosse la mia speranza.

Solo domenica mattina Gisha di pochi mesi muore nel suo lettino alla kay Pe’ Giuss, poche ore dopo e’ Andrea a correre in ospedale con Debora prima e Ismael dopo… bambini troppo piccoli per farcela, bambini gia’ toccati dal dolore nei loro pochi centimetri di lunghezza, bambini che iniziano a lottare per vivere molto presto, bambini che ancora oggi stanno lottando appesi ad un filo invisibile ai piu’ ma evidente ai nostri occhi.

 

Basta aprire la porta della camera ed ecco vocine allegre e squillanti, passi brevi e rumorosi annunciare che il “pulmino”  diretto a scuola e’ partito… sfilano davanti ai miei occhi Cassandra, Schanider, Diucelande, Jorimel, Bedina, Shedlen, Shedlove, Louigens. In fila o per mano, qualcuno con lo zainetto, qualcuno con la bottiglia per l’acqua, tutti nelle loro belle splendenti nuove uniforme gialle. Li rivedro’ alle 17, quando festosi correranno a casa dove sanno li aspetta una buona merenda a sorpresa.

E li’ in quello sparuto gruppo di sopravvissuti, di amati da Dio e preferiti, esplode la speranza, l’evidenza dell’opera di Un Altro che l’unica speranza perche’ e’ l’unica certezza.

Me lo ricorda sempre lei, la nostra Cassy, cosi’ piccola, ma con un compito cosi’ grande visto che e’ sempre lei a richiamarci il vero delle cose. Lei che la gente per strada ci indica come brutta e ci schernisce perche’ ci occupiamo di una bimba cosi’ brutta. Lei che in tanti ci hanno definito ritardata. Lei che grida speranza ad ogni respiro. Ve la ricordate a gennaio, appena accolta in casa?

Guardatela oggi, ieri durante la merenda e questa mattina in marcia verso la scuola.

Ed allora ANCORATI nella laguna o PARCHEGGIATI sulla riva?

Certo a restare in laguna si corre il rsichio di essere travolti da una tempesta di quelle che in questi mesi passano su di noi, ma parcheggiati sulla spiaggia… non fa per noi.

Noi alla kay Pe’ Giuss corriamo il rischio di essere affondati ma restiamo in laguna: la Cassy ci inchioda alla laguna, lei che lotta per vivere ad ogni respiro e che vive della sperana nascosta nella sua vita nei volti di chi la circonda e le vuole bene.

La spiaggia e’ per i deboli, per chi rinuncia alla lotta, per tanti nostri vicini haitiani che si rifiutano di sperare. La laguna e’ per chi palpita di vita, per chi freme, per chi lotta, come la Cassy e noi, travolti dal suo sorriso segno di una Grazia per tutti, con lei.