Ancora violenza sotto il cielo di Waf Jeremie. Questa terra non sembra davvero trovare la sua strada, la sua pace e la voglia di ricominciare dei nostri ragazzi viene fiaccata dalla violenza che sembra essere sempre l’ultima parola nella realtà haitiana.
Solo due giorni fa eravamo in festa per la visita del Presidente della Repubblica Michel Martelly che, accompagnato da Andrea e Valentina, aveva fatto visita ai nostri bimbi intrattenendosi a giocare con loro, ringraziando per l’aiuto che la nostra presenza e’ per il suo paese, invitandoci a collaborare ed offrendo aiuto.
Qualche minuto in ginocchio con i più piccoli che stupiti da quella confusione restano come impietriti.
Poi l’abbraccio a Schnaider a nome di tutti i bimbi della Kay Pe’ Giuss e la foto con le donne che si occupano dei nostri piccoli.
Pochi minuti di festa per i poveri di Waf Jeremie, minuti che confermano la certezza di una speranza, che rendono più credibile una storia, che sollevano il cuore.
Poche ore dopo, il male improvviso, violento, scaltro, riappare, come a voler schiacciare le teste rialzate, la speranza certezza… Ye Ye, Arnel Metelus, viene ucciso sulla sua motocicletta, colpito da una mano assassina che preme quel maledetto grilletto come guidata dalla disperazione: a Waf Jeremie non si può sperare, è proibita la speranza, e quando questa e’ un’evidenza va colpita, cancellata, annientata.
Lucien, Ye Ye… chi ancora dovrà cadere perchè il cuore dell’uomo riconosca il vero?
Ma noi l’abbiamo riconosciuto e siamo certi che l’ultima parola non è del male. Per questo continuiamo il nostro cammino feriti ma certi che il bene preparato per questo popolo un giorno cambierà le lacrime di oggi in canti di Gloria.