“La mattina inizia come sempre piena di sole e di sorrisi dei bimbi della scuola Regina della Pace, che ormai perfettamente inquadrati dalle maestre, cantano ogni mattina l’inno nazionale mentre una sventolante bandiera si innalza verso il cielo.
Ma il sorriso questa mattina si è spento in fretta….. Lucien viene a chiamarmi, c’è un’urgenza……….. la polizia haitiana ci ha “scaricato” in ambulatorio un bimbo di sette anni, Falanj………… dicono che dei banditi hanno sparato ma la realtà è che a sparare è stata proprio la polizia nazionale di Haiti, quella che ha come lemma “proteggere e servire”…… 

……  inseguivano un tipo che domenica aveva spaccato una bottiglia in testa alla donna………… per lei pochi punti che Andrea, il nostro infermiere giunto da Milano, aveva messo, per lui, una denuncia….. oggi la polizia ha deciso di venire a prenderlo per interrogarlo sull’accaduto……….. Qui ad Haiti la polizia fa paura, non sai cosa ti capita quando ti portano via………… non era raro in passato trovare giovani con le mani legate dal fil di ferro dietro alla schiena, sparati alla nuca……….. dicono che qui la polizia elimini così la gente delle baraccopoli, cioè la gente ritenuta pericolosa……. vistosi in pericolo il giovane scappa, corre tra le baracche nel disperato tentativo di sfuggire alla legge………… gli sparano, non si va per il sottile ad Haiti……… Falanj si trova sulla traiettoria del proiettile………….. trapassato a livello addominale……….. a nulla servirà la corsa di Andrea che con Lulù, una delle nostre infermiere, farà con il nostro tap tap verso l’ospedale dotato di chirurgia più vicino…….. Falanj morirà in sala operatoria.
Così si muore a Waf Jeremie a sette anni, in quella Waf che sta vivendo il miracolo del Vilaj Italyen…… in quella Waf in cui sembra non essere mai possibile dimenticare il dolore della morte…… in quella Waf in cui vale la pena restare a gridare una Speranza………….. in Paradiso lo accompagnino gli angeli……………………..”