L’ABBRACCIO DELLA CHIESA.……….. la processione entra cantando, almeno quaranta cantori ed uno stuolo di chierichetti  accompagnano i tre celebranti.

La messa ha inizio ben preparata dagli animatori della parrocchia di san Giuseppe da cui dipenderemo come Cappella. Il nunzio saluta, ringrazia, sorride, spalanca le braccia come a voler abbracciare tutti ………….. il parroco si incarica dell ‘omelia, in creolo perchè tutti possano seguirla, sottolinea la giornata di festa per tutti noi, chiede di camminare insieme, promette una compagnia.

Poi, dopo la comunione, i celebranti seguiti da alcuni chierichetti e da  tanti di noi partono per benedire il Vilaj Italyen…. le casette da cui tanta gente guarda stupita senza sapere ancora il significato di quel gesto, l’ambulatorio, stanza per stanza, l’icona di san Francesco al centro, il centro colera con i suoi ammalati attaccati alle flebo, la scuola…. aula dopo aula…………. non viene lasciato un metro quadrato del Vilaj fuori dall’abbraccio, il coro accompagna cantando………… e poi eccoci tutti lì, intorno al terreno su cui sorgerà la cappella Regina della Pace, fin dal mattino presto il nostro muratore è in attesa di preparare il cemento che servirà alla posa della prima pietra………. ci avviciniamo emozionati al luogo preparato………. il nunzio scava, gli passano una cazzuola piena di cemento la getta, e poi una seconda e poi una terza……… gli passo la roccia la poniamo insieme, la benedice con l’acqua santa e passa la cazzuola al parroco, a me, al coadiutore….. e via via sfilano gli amici delle associazioni impegnate con noi in questa sfida della Speranza: Corrado, Fiammetta, Maria, padre Mario…………

Commossi torniamo all’altare, c’è tempo per ringraziare, ringraziarsi, rilanciare il cammino, sottolineare la compagnia. Il nunzio mi chiama accanto a sè a parlare: ringrazio…. ringrazio lui, i sacerdoti, il coro, le associazioni presenti, gli amici lontani che ci hanno permesso di arrivare fin qui, ma ringrazio i “miei boys” Alex, Lucien, James e Pouchon il cui coraggio negli anni ha permesso l’accadere della bellezza che ormai è più che un’evidenza. Dico che oggi la presenza del nunzio fa sentire l’abbraccio della Chiesa alla mia vita, alla nostra vita, non siamo soli, apparteniamo ad un popolo che cammina. Il nunzio riprenderà quest’abbraccio e allargherà le braccia come a voler prendere il dolore di questi figli su di sè per portarlo al Padre…………. usciamo cantando “Magnificat” l’unica parola che ha senso dire oggi.