Chi siamo

Suor Marcella Catozza

della Fraternità Francescana Missionaria, originaria di Busto Arsizio classe 1963.

Dopo gli studi infermieristici e teologici parte per la sua prima terra di missione: l’ALBANIA dove, nel 1992, ha fondato la missione francescana di Babice e Madhe occupandosi dell’educazione dei bambini del villaggio, dell’ambulatorio della missione diventato riferimento per la nascita di alcuni ambulatori di montagna secondo un progetto del Governo Italiano, della formazione religiosa dei giovani del villaggio.

Nel 1999 è stata anche responsabile del campo profughi kossovari nella città di Valona e ha collaborato con la Croce Rossa Internazionale per il ricongiungimento familiare dei bambini kosovari dispersi.

Richiamata dall’Albania, troppo pericolosa in quel periodo, va in BRASILE nell’isola di Parintins, dove nell’anno 2000 risponde ad una richiesta del Vescovo locale a prendersi cura dei bimbi di strada nelle favelas di Itauna I, Itauna II e Paulo Correa. Nascerà il Centro Educativo Nossa Senhora das Gracias che accoglie oggi 700 bimbi dai tre ai diciotto anni.

A quella prima esperienza educativa seguirà la nascita della falegnameria Geppetto e della panetteria La Saborosa per adolescenti a rischio. Durante questi anni ha svolto anche la funzione di segretaria del Vescovo, Monsignor Giuliano Frigeni e di amministratrice diocesana.

In HAITI dall’anno 2005, accolta insieme alla consorella dall’Arcivescovo di Port-au-Prince che chiede loro di “portare Cristo e la Chiesa” alla gente della baraccopoli di Waf Jeremie in cui vivono oltre 70.000 abitanti e dove la realtà della stessa chiama suor Marcella a far nascere l’ambulatorio pediatrico Sen Franswa (San Francesco in creolo haitiano), al cui interno si sono sviluppati due programmi di aiuto ai bimbi denutriti: “Una speranza per Job”, rivolto ai bimbi 6 mesi / 5 anni in gravi condizioni di denutrizione e “Donna non piangere” mirato ai bimbi più piccoli di sei mesi figli di donne malate di AIDS e quindi impossibilitate ad allattare il bambino.

Nel contempo, in REPUBBLICA DOMENICANA il progetto previsto nella diocesi di San Pedro de Macoris, riguardante una presenza tra gli emigrati clandestini haitiani coinvolti nella piantagioni di canna da zucchero, viene momentaneamente sospeso a causa del terremoto che devasta Haiti nel 2010 in seguito al quale suor Marcella è rientrata in Haiti per aiutare la sua gente a ricominciare. Il Vescovo di San Pedro, Monsignor Francisco Ozoria Acosta – poi Arcivescovo di Santo Domingo – l’ha inviata come Missionaria e la sostiene nelle loro visite ed incontri anche con invio di beni di prima necessità e di volontari.

Ad Haiti, Suor Marcella ricomincia a Waf Jeremie, immensa baraccopoli alla periferia della capitale Port-au-Prince eletta nel 2004 la bidonville più pericolosa al mondo, la costruzione di quello che la gente poi chiamerà “Vilaj Italyen” per la sua origine e per l’aiuto sul posto dalle missioni umanitarie italiane post terremoto.

Sostenuta da sempre da diverse Associazioni di volontariato, nel 2015 ha costituito insieme ad alcuni amici la Fondazione Via Lattea come forma stabile e definitiva a sostegno della sua opera missionaria.

La Fondazione non ha scopo di lucro, nasce dal desiderio di suor Marcella di accompagnare la sua presenza missionaria nel mondo permettendo a tanti amici di sostenere le opere generate dalla passione per affermare la dignità unica della persona in tutte le situazioni in cui essa è negata.
(dallo statuto)

Perchè Via Lattea

«Una sera facevo la mia solita passeggiata; non c’era la luna, ma il cielo era assolutamente limpido, carico di stelle. Proprio sul voltare della strada, improvvisamente, ho visto (è stata l’unica volta nella mia vita in cui mi è capitato) un ponte sull’acqua, tra oro e argento: ma non era il ponte che di solito il sole o la luna fanno sul mare; quella notte il ponte sul mare era fatto dalla Via Lattea! […]

Allora ho pensato: «È proprio vero che esiste il centuplo quaggiù di cui ci parla Gesù. Chi sa osservare il mare fino a questo punto? Chi sa osservare le cose fino a questo punto?».

E dicevo ai miei ragazzi: «Il ponte di luce sul mare con la Via Lattea nessuno di voi lo ha mai visto, lo ha mai osservato, lo ha mai scoperto, né lo scoprirebbe mai se non facesse attenzione alle cose come l’amore al destino, che è Cristo, rende capaci di fare».

Luigi Giussani

da Si può vivere così?: Uno strano approccio all’esistenza cristiana