Signore non si inorgoglisce il mio cure,

e non si leva con superbia il mio sguardo;

non vado in cerca di cose grandi

superiori alle mie forze.

Io sono tranquillo e sereno

come bimbo svezzato in braccio a sua madre,

come un bimbo svezzato è l’anima mia.

Speri Israele nel Signore, ora e sempre.

(Salmo 130)

 

Dicono che centri la luna piena…. ma qui ogni giorno abbracciamo una nuova vita, come un’insaziabile sete di speranza che si afferma davanti ad un’impossibile realtà. Anche oggi la giornata si è aperta con una delle nostre donne che è venuta a far nascere la sua bimba alla Klinik Sen Franswa: come se il Signore volesse in questi giorni richiamarci a guardare quella che don Giussani definiva “l’inesorabile positività del reale”.

Sembrerebbe un assurdo che in un posto come questo, una discarica di immondizia, si continui a nascere. Sembrerebbe non lasciare spazio alla speranza o quanto meno ci si sente provocati sul perché abbia senso che oggi questa bimba sia venuta al mondo, e ieri un’altra e l’altro ieri un’altra ancora.

E allora ci si ferma, si fa silenzio, si guarda questa nuova vita che ignara inizia la sua battaglia ed in un attimo si coglie la portata del Mistero che in questa nascita è racchiuso e ci si trova davanti a ciò che conta di più nella vita, a ciò che fa davvero la differenza: siamo fatti da Un Altro che lanciandoci nel mondo ci mette in cuore una promessa di bene che si realizzerà secondo la forma che Lui avrà pensato. Recentemente un mio amico diceva che il nostro cuore desidera ma spesso poi non sappiamo riconoscere come il Signore risponde a questo desiderio e crediamo che non vi risponda perché la risposta non coincide con quella che avevamo in mente noi.

E così questa mattina mi era evidente che non so come il Signore, nascendo in questo posto, risponderà al desiderio di bene che questa bambina di soli due chili e mezzo già porta nel cuore, ma sono certa che la risposta è già preparata e sarà solo una strada di libertà scoprirla.